In questi venti racconti, dipinti con un tratto lieve, delicato ed elegante di scrittura, Marco Dettori riesce a comunicarci la sensazione di struggente malinconia che proviamo quando ci accorgiamo che il tempo, nonostante tutto, passa, e noi invecchiamo. Però, attenzione, Marco è anche uno scrittore ironico, paradossale, con il gusto dell’assurdo: e viene in mente soprattutto l’onirico Buzzati, e anche – perché no – le riflessioni paradossali di Pirandello e di Samuel Beckett, altri grandi interpreti di questa malinconia, voltata però in chiave ironica ed umoristica.
Nei racconti di Marco ci sono momenti della Storia e vite non vissute, ricordi struggenti di cose che potevano essere e non sono state, leggi assurde e paradossali, personaggi che si trovano in balia di eventi che non possono controllare; e ancora protagonisti che sfruttano invece le pieghe del tempo a proprio vantaggio.
Credo insomma che il messaggio contenuto in questi racconti sia questo, che per affrontare le assurdità della vita, del suo procedere spesso non deterministico ma anzi totalmente a caso, all’uomo non rimanga che una possibilità: la ribellione dell’umorismo e del sorriso amaro, come antidoto alla tragicommedia dell’esistenza.
in copertina: Hourglass at Sunset@ TravellingLight – su licenza – depositphoto.com

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Marco Dettori, classe 1982, vive a San Sperate, in provincia di Cagliari. Laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico, scrive racconti e romanzi. Nel 2019 si è aggiudicato il premio letterario “Anselmo Spiga” e nello stesso anno ha ottenuto a Milano un premio speciale al concorso nazionale “Artisti per Peppino Impastato”. Ha pubblicato i romanzi “L’estremista” (Libromania, 2017) e “Il paese senza vento” (Amicolibro, 2022).